28/08/14

Il Romanticismo, La missione teatrale e J. W. Goethe

Goethe e il Romanticismo - Rai Letteratura

Articolo Rai letteratura

In questi giorno ho iniziato la lettura de "La missione teatrale di Wilhelm Meister", la prima redazione (interrotta), degli "Anni di apprendistato di Wilhelm Meister" (edito nel 1795-96).
La "Missione" venne pubblicata nel 1911, dopo un suo fortuito ritrovamento avvenuto due anni prima..

Italo Alighiero Chiusano (Breslavia10 giugno 1926 – Frascati15 febbraio 1995) 

L'edizione della BUR contiene una interessante scritto introduttivo di Italo Alighiero Cusano.

I classici della Bur, 1994
Un breve estratto:

"La <<missione teatrale>>, cioè l'esperienza della vita fatta attraverso il teatro, poteva essere presa come metafora, e con quel veicolo Goethe avrebbe poturo trasmetterci tutti i messaggi sapienzali che voleva, solo in forma più decisamente cifrata e poetica.
Ma il Goethe successivo al ritorno dall'Italia continua sempre più alla fiacca, fino al 1793, il romanzo a cui aveva dato inizio nel 1776, ispirandosi per il titolo alla sua stessa poesia Hans Sachsens poetische Sendung (<<la missione poetica di Hans Sachs>>, sempre del 1776).
non credeva ormai più alla missione teatrale come esperienza globale e simbolica di Wilhelm, né intendeva usare di quell'unica tranche de vie come di una metafora della vita in generale, [...].
Goethe, oltre tutto, si sentiva sempre più un maestro, un didàskalos del suo popolo, perciò aveva la tendenza classica (nel peggiore dei casi classicistica o senz'altro accademica) di insegnare aperto e senza equivoci." 
(pag.15)


Ci aggiorniamo a fine lettura :)







24/08/14

I fuochi del Basento, Raffaele Nigro

"Il brigante è come il nibbio e il falchetto,  gira largo sulle alture e quando cala c'è una vipera a prendesi il sole"



Raffaele Nigro











Non sei Lucano se non hai mai sentito il nome Raffaele Nigro. 
In un paesino con poco più di 4000 anime, situato nell'entroterra lucano e circondato dai monti, il nome Raffaele Nigro entra con insistenza nella mia mente in età adolescenziale. In quel periodo frugale ero dedito ad altre letture, chiamiamole esterofile, e uno scrittore corregionale non suscitava in me nessun particolare interesse. Il suo nome riecheggiava spesso nelle varie edizioni del Tgregionale, ma soprattutto lo scrittore e i suoi libri erano oggetto di scherno negli sketch di Toti e Tata. Nessun interesse, come dicevo, fino a quando trovo non uno, ma ben due libri di Nigro nella Biblioteca di Trento: Santa Maria delle battaglie e I fuochi del Basento. Prendo quest'ultimo. 
La breve descrizione in quarta di copertina mi informa dell'intenzione di Nigro: raccontare 100 anni di solitudine, ipocrisie, utopie, speranze, disillusioni, ideali, sangue versato, iettature, credenze, riti apotropaici, disonoranze, amori, santi, briganti e falsi eroi, parolieri e ingannatori, conflitti generazionali e guerre di conquista vissuti dalla famiglia Nigro, umili e modesti braccianti della masseria San Nicola, Lungo l'Ofanto. 

di LPLT - Opera propria. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Lungo_L%27ofanto_(1870)_-_De_Nittis.JPG#mediaviewer/File:Lungo_L%27ofanto_(1870)_-_De_Nittis.JPG
Lungo l'Ofanto - De Nittis, 1870

E' ambientato appunto tra Puglia e Lucania questo romanzo, tra terre aride e montagne impervie, nel periodo che va dal 1784 e il 1861, quindi dall'ultimo periodo del travagliato dominio Borbonico e i primi germogli del brigantaggio post-unitario.
La citazione Scotellariana, inoltre, mi fa presagire una gradevole lettura
L'uomo che seppe la guerra e le lotte degli uomini imparò dal fascino della notte il chiarore del giorno. 
                                                      Rocco Scotellaro L'uomo, 1953
Lo scrittore ci presenta i fatti storici connettendoli con la vita quotidiana della famiglia Nigro.
Tutti i componenti della famiglia partecipano alla Storia: la subiscono, cercano di interpretarla e la vivono attivamente o spiritualmente.
Il capo famiglia é Francesco Nigro: un contadino analfabeta, ma portato per la poesia e le filastrocche, con il desiderio di imparare a leggere prima di morire.
La moglie, Concetta Libera Palomba, è il simbolo della cultura matriarcale meridionale: la donna è la colonna portante, il perno della famiglia, su cui grava il peso di tutte le decisioni del marito e dei figli, e va avanti nonostante le avversità. Attraverso le vicissitudini dei figli prima e dei nipoti poi, abbiamo un quadro ricco di elementi:
detti popolari, citazioni di illustri personaggi
"Monsieur Rousseau ha detto: il primo che traccia un cerchio a terra può con diritto esclamare: questo é mio!"
"La morte fa buona anche la carogna"
"Spariscono questi giacobini come il lardo al fuoco"
"La nostra saccenteria è pari alla nostra ignoranza"
"La legge da cui è facile uscire e in cui è impossibile rientrare"
descrizioni di luoghi, paesi
"Infidi boschi  lucani,  se ti perdi sei morto"
usanze, tradizioni 
"Gli portava male attraversarli [gli archi]: era rimasto basso di statura proprio per un arco, a San Nicola, dove passava sotto da piccolo e talvolta si era dimenticato di sputare per scongiuro."
"Il generale era accampato nelle terre di Senise, sotto Colobraro e Favale paesi pieni di donne che vestivano a lutto dalla nascita alla morte."
 e considerazioni varie 
"Il francese sulla bocca dei giovani ribelli era una lingua allegra come una tarantella; il latino, sangue della nobilità terriera,  del regno e della chiesa, era misterioso e superbo,  la lingua dei preti degli scienziati e dei giudici  dei libri e delle tombe."
"Se questa guerra tra conservatori e liberali si trasforma in una guerra tre Cristo e il diavolo, nel popolo si risveglierà la coscienza religiosa a scapito di quella civile"
Lo scrittore usa uno stile asciutto e deciso, un linguaggio informale, ma pur sempre colto. Parole di origine dialettale si alternano a parole desuete, il che sottolinea una ricerca del termine giusto, appropriato.
Nigro, inoltre, cita e richiama personaggi della storia del Sud Italia poco conosciuti come Mario Pagano, Giustino Fortunato o briganti sconosciutissimi come Domenico Rizzo, soprannominato Taccone

Una lettura interessante, ricca di spunti per chi vuole approfondire o avvicinarsi alla storia del Sud ed in particolar modo alla storia lucana.

Alcuni suggerimenti:
da leggere 

da vedere 
 



spettacolo dal vivo

da sentire
Eugenio Bennato 
Graziano Accinni
I Tarantolati di Tricarico

Graziano Accinni - Polka basilisca


N.B: : essendo Lucano, i suggerimenti non potevano che vèrtere sulla Lucania! :)