24/08/14

I fuochi del Basento, Raffaele Nigro

"Il brigante è come il nibbio e il falchetto,  gira largo sulle alture e quando cala c'è una vipera a prendesi il sole"



Raffaele Nigro











Non sei Lucano se non hai mai sentito il nome Raffaele Nigro. 
In un paesino con poco più di 4000 anime, situato nell'entroterra lucano e circondato dai monti, il nome Raffaele Nigro entra con insistenza nella mia mente in età adolescenziale. In quel periodo frugale ero dedito ad altre letture, chiamiamole esterofile, e uno scrittore corregionale non suscitava in me nessun particolare interesse. Il suo nome riecheggiava spesso nelle varie edizioni del Tgregionale, ma soprattutto lo scrittore e i suoi libri erano oggetto di scherno negli sketch di Toti e Tata. Nessun interesse, come dicevo, fino a quando trovo non uno, ma ben due libri di Nigro nella Biblioteca di Trento: Santa Maria delle battaglie e I fuochi del Basento. Prendo quest'ultimo. 
La breve descrizione in quarta di copertina mi informa dell'intenzione di Nigro: raccontare 100 anni di solitudine, ipocrisie, utopie, speranze, disillusioni, ideali, sangue versato, iettature, credenze, riti apotropaici, disonoranze, amori, santi, briganti e falsi eroi, parolieri e ingannatori, conflitti generazionali e guerre di conquista vissuti dalla famiglia Nigro, umili e modesti braccianti della masseria San Nicola, Lungo l'Ofanto. 

di LPLT - Opera propria. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Lungo_L%27ofanto_(1870)_-_De_Nittis.JPG#mediaviewer/File:Lungo_L%27ofanto_(1870)_-_De_Nittis.JPG
Lungo l'Ofanto - De Nittis, 1870

E' ambientato appunto tra Puglia e Lucania questo romanzo, tra terre aride e montagne impervie, nel periodo che va dal 1784 e il 1861, quindi dall'ultimo periodo del travagliato dominio Borbonico e i primi germogli del brigantaggio post-unitario.
La citazione Scotellariana, inoltre, mi fa presagire una gradevole lettura
L'uomo che seppe la guerra e le lotte degli uomini imparò dal fascino della notte il chiarore del giorno. 
                                                      Rocco Scotellaro L'uomo, 1953
Lo scrittore ci presenta i fatti storici connettendoli con la vita quotidiana della famiglia Nigro.
Tutti i componenti della famiglia partecipano alla Storia: la subiscono, cercano di interpretarla e la vivono attivamente o spiritualmente.
Il capo famiglia é Francesco Nigro: un contadino analfabeta, ma portato per la poesia e le filastrocche, con il desiderio di imparare a leggere prima di morire.
La moglie, Concetta Libera Palomba, è il simbolo della cultura matriarcale meridionale: la donna è la colonna portante, il perno della famiglia, su cui grava il peso di tutte le decisioni del marito e dei figli, e va avanti nonostante le avversità. Attraverso le vicissitudini dei figli prima e dei nipoti poi, abbiamo un quadro ricco di elementi:
detti popolari, citazioni di illustri personaggi
"Monsieur Rousseau ha detto: il primo che traccia un cerchio a terra può con diritto esclamare: questo é mio!"
"La morte fa buona anche la carogna"
"Spariscono questi giacobini come il lardo al fuoco"
"La nostra saccenteria è pari alla nostra ignoranza"
"La legge da cui è facile uscire e in cui è impossibile rientrare"
descrizioni di luoghi, paesi
"Infidi boschi  lucani,  se ti perdi sei morto"
usanze, tradizioni 
"Gli portava male attraversarli [gli archi]: era rimasto basso di statura proprio per un arco, a San Nicola, dove passava sotto da piccolo e talvolta si era dimenticato di sputare per scongiuro."
"Il generale era accampato nelle terre di Senise, sotto Colobraro e Favale paesi pieni di donne che vestivano a lutto dalla nascita alla morte."
 e considerazioni varie 
"Il francese sulla bocca dei giovani ribelli era una lingua allegra come una tarantella; il latino, sangue della nobilità terriera,  del regno e della chiesa, era misterioso e superbo,  la lingua dei preti degli scienziati e dei giudici  dei libri e delle tombe."
"Se questa guerra tra conservatori e liberali si trasforma in una guerra tre Cristo e il diavolo, nel popolo si risveglierà la coscienza religiosa a scapito di quella civile"
Lo scrittore usa uno stile asciutto e deciso, un linguaggio informale, ma pur sempre colto. Parole di origine dialettale si alternano a parole desuete, il che sottolinea una ricerca del termine giusto, appropriato.
Nigro, inoltre, cita e richiama personaggi della storia del Sud Italia poco conosciuti come Mario Pagano, Giustino Fortunato o briganti sconosciutissimi come Domenico Rizzo, soprannominato Taccone

Una lettura interessante, ricca di spunti per chi vuole approfondire o avvicinarsi alla storia del Sud ed in particolar modo alla storia lucana.

Alcuni suggerimenti:
da leggere 

da vedere 
 



spettacolo dal vivo

da sentire
Eugenio Bennato 
Graziano Accinni
I Tarantolati di Tricarico

Graziano Accinni - Polka basilisca


N.B: : essendo Lucano, i suggerimenti non potevano che vèrtere sulla Lucania! :)



2 commenti: